E dopo tanti
anni che volevo andarci, questa è l'occasione buona! Siccome qui il meteo è
sempre capriccioso, avere a disposizione parecchi giorni ci darà la statistica
certezza che almeno qualcuno di sole per arrampicare lo avremo. Già,
arrampicare, ma dove? Qui è tutto duro, e mi dicono pure poco chiodato.. Ma una
vietta per iniziare, che pare facile facile, la troviamo.
Parcheggiato
lontano dalla bolgia, e seguito un sentiero per evitare la navetta, ci
addentriamo dentro la Val di Mello, ma quasi subito deviamo a sinistra in
direzione della cascata al fianco della quale corre la nostra via. Il luogo è
spettacolare: verde, azzurro, il grigio del compatto granito. Poco
avvicinamento e siamo già ai piedi dell'acqua vittima della gravità.
Proviamo
questa Gossemberg di Sinistra, e parto io. L'approccio con questo nuovo tipo di
roccia è un po' traumatico: c'è da fidarsi tantissimo dei piedi, e da non
impressionarsi su decine di metri di placca sprotetti e senza possibilità di
proteggere.
Il primo
tiro da già delle emozioni. Partenza non banale (risolta molto più agevolmente
da Stefania) e che lascia la presunzione di potersi proteggere un pochetto. Ma
una volta passato l'albero ci si ritrova su tutta placca al sole. Compatta. La
corda scorre, i metri aumentano, ma nulla da poter metter giù. La sosta che
porta a un bel traverso verso destra. Qui o prendo fiduciia coi piedi, o
gattono con la strizza.
Passa avanti
Stefania, mentre guardando in alto ci viene qualche dubbio su dove tocca andare
avanti. Guardando a destra invece, ho lo spettacolo della cascata che col suo
rumore copre ogni nostro possibile dialogo.
Il terzo
tiro è una mezza ravanata nel bosco per portarsi alla placconata dell'ultima
parte, che ultima non è. Proseguo io per salvaguardare l'incolumità della
fanciulla. Decine di metri senza nulla sono un discreto peso psicologico, su
placca poi.. Lei invece da seconda sale tranquilla con la corda dall'alto.
Ancora
placconata ma un po più blanda e con un fessurone in mezzo, poi Stefania
scompare dietro il cambio di pendenza. E si ferma. Minuti e minuti di attesa e
non succede nulla. Inizio a preoccuparmi. Niente. Parto in free per assicurarmi
non le sia successo nulla?! Recupero le corde e ne vengono dei metri. Che
succede?
Succede che
su un passaggio si è fermata e ha disarrampicato, ma lentamente. Finalmente le
corde vengono recuperate e posso andare a capire che diavolo è successo. Valico
e la trovo in sosta dopo un tratto di corda fissa dove occorre saltare il
torrente: canyoning dei poveri. Vado a superare la placca dalla quale è scesa
in preda ad allucinazioni riguardo uno spit, sudo parecchio, e poi una bella
sosta a resinati /di chi fa davvero canyoning) mi accoglie.
Terminare la
via su una spiaggietta rocciosa con ai suoi piedi dell'acqua fresca e
cristallina, è bellissimo. Ce la prendiamo comoda a mangiare, bere, prendere il
sole, bagnarci i piedi. Ad ammirare il paesaggio intorno. Ma che sete! SI
scende e poi ci lanciamo verso i Rifugi Val di Melo e Rifugio Nula Nascente a prendere una birra. Due
birre. Facciamo tre.
Il Centro Polifunzionale della Montagna è il nostro campo base questi giorni: ottimo
posto e gentilissima Iris con tutto il suo staff!
Qui altre
foto.
Qui guida.
Qui report.
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