In Appennino
ha nevicato troppo, ieri ho visto che le condizioni qui sono buone, Giorgio propone Carega, e quindi altro giro altro regalo, si spera.
Alla combricola si aggiunge anche Federico, e così sono di nuovo in viaggio
verso le Piccole Dolomiti in veste invernale, quando le sue rughe cadenti diventano
dei bei colatoi lisci da salire in allegria.
Parcheggio
pieno (oggi riusciamo a salire fino al Rifugio Campogrosso), e c'era aspettarselo dati i report usciti e la
bella giornata. Temo il freddo, ma visto che ci troveremo per parecchio tempo al
sole. La frontale non serve più, e dopo pochi minuti possiamo goderci Cima
Mosca prendere fuoco all'alba. Fantastico anche il panorama sull'Adamello Brenta,
non c'è una nuvola in cielo!
L'avvicinamento
è lo stesso di ieri, ma la cosa non mi pesa per nulla. Gli stessi posti possono
esser visti con occhi diversi al variare della compagnia e delle mete, o del
meteo, o del proprio stato fisico: ecco, per esempio sono un pelino stanco dopo
la giornata di ieri e le poche ore di sonno di questo weekend.
Traversone
sotto i pendii del versante nord del Carega, con le guglie e i massicci di
roccia non buonissima che incombono su di noi. Aria frizzantina ma si resiste
bene, e ben presto siamo all'attacco del Vajo Mosca, dove si appresta a partire
anche un altro gruppetto di persone.
Giorgio è il
suo nervo sciatico non mettono i ramponi ai piedi da tempo; Federico è
un'incognita siccome non ci siamo mai saliti assieme (è stato nostro allievo)
ma di roba in montagna ne fa; io sono il solito pirla cacasotto che poi quando
si trova nel mezzo della rumba va avanti a testa bassa. Attacchiamo.
La prima
parte è dolce, ma la neve è già buona. Beneficiamo della traccia di ieri e di
2+6 persone di oggi, che è di aiuto in questi casi, sopratutto per sapere dove
andare in questi itinerari spesso labirintici o dalle mille varianti. Si sale
in campo abbastanza aperto tra rocce, piante, cespugli, e ben presto finiamo
pure al sole a sudare. Ma meglio aspettare, che all'ombra torneremo.
Qualche
pendenza più accentuata non fa più bastare l'appoggio, goduria.. Raggiungiamo
il gruppetto di 6, che ci lascia passare. Sondiamo il terreno, ci godiamo le
pendenze e l'ottima consistenza della neve: quando fai fatica a estrarre la piccozza,
sono emozioni..
Canalini più
incassati, la mugaglia sempre presente, si vede che siamo in Carega. Non c'è
tantissima neve ma quella giusta per proseguire tranquillamente senza doversi
legare. Raggiungiamo la fascia mugoso-rocciosa che da lontano non si capiva
come poterla aggirare o salire. Una cordata davanti a noi indica la strada, ma
Giorgio da un'occhiata a sinistra e scopre il vuoto.
Il
capocordata di chi ci sta davanti ci dice che si sale tranquilli anche senza
legarsi e poi..mi riconosce. "Ma quante cazzate scrivi?!" non sapendo
se sia un complimento o meno, taccio e acconsento. "Però dai, mi fai
ridere con le tue narrazioni tragicomiche", andiamo già meglio Marco!
Marco che poi (ed ecco la mia vendetta) continua con un "Questo canalino è
da orgasmo!".
Traverso e
salita del canalino, dove l'aggiramento di una pianta non è proprio
agevolissimo per me e il mio zaino.. Salita di facile pendio, e finiamo su un
esile crestina mugosa verso sinistra ("Qui se fosse secco son
cazzi!") oltre la quale..ma c'è ancora qualcosa?
Alla faccia
del traverso esposto! I due ragazzi davanti a noi si legano per tastare il
terreno, poi ci dicono che si riesce a fare anche senza corda. Basta non
cadere, ovviamente.. Siamo di nuovo al sole, e il ghiaccio che ricopre tutta la
roccia verticale che ci circonda si sta colorando di sciolto..
Vado,
chiedendo sempre ai miei amici se ritengano tutto ciò sufficientemente sicuro o
se vogliano legarsi. Bel traverso, basta non guardare giù, e girato l'angolo un
bel pendio di 70m a 65-70° da cuocersi i polpacci! Huppy!!! Superiamo Marco che
ha fatto sosta e proseguiamo sognando una "salle a manger" dove poter
riposare le zampe..
Ma che neve
goduriosa, mutande sporche dietro e davanti.. Quel cigolio, quel "quick
quick" quando si estrae a fatica la becca.. Spettacolo..
Eccola la
zona di sosta, dove un famelico e acciaccato Giorgio(cit. "voi fringuelli
andate paino domani che ho male al nervo sciatico") si ferma per mangiare
qualcosa: e come non approfittare del suo "ne volete uno?". Tra
l'altro siamo su un bellissimo balcone verso il Brenta.. E al sole.
Madonna che
sole, non vedo l'ora di arrivare in cresta per mettere gli occhiali da sole,
perchè "quando in montagna metti gli occhiali da sole, è arrivato un bel
momento". Ci resta da salire un pendio ampio, che pare tranquillo, ma che
è meglio prendere sulla sinistra per non starci in mezzo. E i polpacci
gridano..
Ormai a
pochi metri dalla cima, una nuova area di sosta per poi ripartire verso li
ultimi metri quasi in ghiaccio, verso il cielo, verso l'azzurro, verso l'alto.
Verso.. verso chissà.
10e30 siamo
in cima, spettacolo di giornata. Arrivano man mano un sacco di altre persone:
un po' troppo affollata questa cima. Mangiamo qualcosa e dopo aver convinto i
miei amici a proseguire per Cima Carega, si scende per la cresta ovest,
assolata e ghiacciata.
Giunti sul
sentiero, mega traversone verso Bocchetta Mosca, con un panorama spaziale sulla
conca sotto il Carega, e la neve come ieri che obbliga a scavigliamento e cramponage
selvaggio! Ma meglio stare all'occhio e fare qualche passo sulle punte con
faccia a monte.. Giorgino invece decide saggiamente di togliersi i guanti e
mettere quelli con le dita di fuori, scivolare, fermarsi dopo 30cm, ma in
compenso grattuggiarsi la parte di dita esposta! Quante scuse per farsi coccolare
dalla moglie stasera..
Stessa salita di ieri, voglio
proprio ripetere quel traversone infido maledetto sotto la cresta rocciosa
della cima: dai sarà più morbida oggi. Sta fava! Sulle punte e faccia a monte
in traverso! Io avanzo mentre i due compari mi maledicono: sento quasi le
bestemmi dei loro polpacci giugnere a me in modo violento.. Tutto allenamento
pischelli! Però il sole sta distruggendo la cattedrale di ghiaccio sulle rocce
sopra di noi, i cui pezzi ci cadono addosso..
Pendio da
salire a dare il colpo di grazie alle gambe e giunti ormai alla finestra sul
Vallone della Teleferica "raga, si prosegue di li, io salgo di qua
però" e mi spicozzo-spupazzo l'ultima neve ghiacciata per poi sbucare
sulla cresta e infine in cima. E un elicottero svolazza nei pressi della Bocchetta
dei Fondi..
Frescotto
però, e Giorgio e il suo sciatico sono cotti, scendiamo a fare una pausa ristoratrice
seria al passo del Rifugio Fraccaroli. Si mangia e beve (anche oggi 2,5l son pochi!) e intanto la volpe
chiama la moglie per avvisarla delle dita: astuto, devo imparare da te, almeno
qualcosa me lo insegni!
"Adesso
scendiamo per dove dico io!" dice il più anziano, e va bene seguiamolo.
Evitiamo il traversone infernale, ma qualche passo sulle punte con faccia a
monte è da fare.. Intanto metto in guardia un ragazzo sopra di noi che si
avventura sulle nostre traccia di andata senza piccozze. Stessa cosa farò con
tre scialpinisti che attaccano il traverso dall'altra parte. Che neve cazzuta
che c'è!
Discesone
panoramico con uno strano nuvolone che sorge sopra il gruppo dello Zevola tre
Croci. Si percepisce che stiamo lasciando un bellissimo posto in bellissime
condizioni che non sappiamo se ritroveremo: insaziabili.
Discesa per
Bocchetta Fondi, meno dura di ieri. Ma più brutta per il fatto che.. Noto due
ragazzi in basso che lasciano ruzzolare giù uno zaino dal pendio, e sulle
spalle hanno i loro di zaini. Collego all'elicottero e scendo per dirgli
"ragazzi, lo zaino l'avete, ne fate ruzzolare un altro, ho visto un
elicottero..spero il vostro amico si riprenda presto!"
Quattro
chiacchiere di conforto, un po' di assistenza, l'offerta di portare lo zaino per
un po' di strada. Sana solidarietà alpinistica, il minimo che si possa dare in
situazioni del genere, sopratutto quando ci sei passato anche tu. Tanti in
bocca la lupo a tutti e tre, perché anche i due incolumi hanno delle ferite
interne da rimarginare..
Arriviamo
all'auto con una sete della madonna. In auto ho birre e pandoro, ma il sole se
ne va troppo presto dietro i monti, e qui la freddo non si resiste.. Finiremo
in un parcheggio di Recoaro a mangiare e bere, come tre scappati di casa.
Ordinaria amministraizone.
Qui altre
foto.
Qui report.
Qui la guida
del guru dei Vaji.
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