Tutto come
c'era da aspettarsi! Le previsioni meteo non lasciavano scampo: se si vuole
fare qualcosa in montagna oggi, si può solo fare un trekking, ed essendo consci
che si finirà nella bufera. E così è stato, anche se più di quello che avrei
pensato.
Si parte
tardi, con calma. Forse si fosse partiti prima poteva andare un po' meglio, ma
non sarebbe stato altrettanto pittoresco.. Ci incamminiamo dal parcheggio di
Prada Alta senza vento, con qualche fiocco che cade, Cima Costabella sgombra da
nubi, e salita con solo qualche chiazza di neve.
Direttissima
sotto i piloni della funivia, e quando si esce dal bosco la nevicata si è fatta
più "rumorosa". Il panorama si sta preparando a svanire dentro le
nuvole. L'orizzonte è più "vicino" di quello che è. Il vento
comincia afarsi sentire, ma è solo una
carezza sul viso al momento. Ma Cima Costabella si copre..
La bandiera
del
Rifugio Fiori del Baldo sventola festante, ma c'è poco da festeggiare: il vento inizia a farsi sentire, non più una carezza ma una
mano pesante che ti viene addosso. Proseguiamo visto che manca poco, ma una
volta al "riparo" delle mura dell'edificio, mi tocca mettere la giacca:
anche a me. E siamo pure in mezzo alle nuvole adesso.
Crestone verso il
Rifugio Chierego, che raggiungiamo in poco tempo sbattendoci il muso contro (non si
vede a 20m). Stefania che si mette le moffole e le mani con le moffole in tasca
che non ce la fa più! Giunti al rifugio "bhe Ste ormai arriviamo in cima,
manca poco" "ok, ma a scendere ci fermiamo al rifugio!".
Comincio a
sentire il cappuccio "rigido", rumoroso quando cerco di muovere la
testa per girarmi a vedere se lei mi segue. Il braccio sinistro ha movenze
robotiche. Su di noi si sta formando uno strato di ghiaccio che ci avvolge come
la carta stagnola avvolge il pollo. Ecco, ottimo paragone!
Sotto
raffiche che sono veri schiaffi, nuvole che cavalcano l'aria, umidità e acqua
solida addosso a noi (i capelli di Stefania che escono dal cappuccio somigliano
sempre di più a un corallo!), finalmente arriviamo in cima, e ci lanciamo
dentro l'osservatorio per ripararci almeno un po' dell'impetuosità del vento e
freddo. Brrrrrrrr!
Ma una foto
devo scattarla: difficile togliermi lo zaino (ghiacciato pure lui addosso a
me), cerco quello della Ste, ma..è morto. La batteria non ha retto alle
temperature. Mi tolgo il mio, il pollo che si leva un pezzo di stagnola per
scoprire le ali. Mamma mia che senso questo ghiaccio screpolato sulla giacca! Finire verglassato io stesso..era un'esperienza che mi mancava!
Via giù di
corsa, ma anche i pantaloni sono ghiacciata, il ginocchio quasi non può
piegarsi per la rigidità forzata del vestiario. C'è da ridere meno quando
inizio a sentire che le ciglia destre si stanno incollando tra loro: quelle
sotto a quelle sopra.. Via!!!
A metà
strada Stefania mi dice che non ci vede più: occhiale congelato! Mano nella
mano si arriva al Rifugio Chierego, e niente: lei vuole entrare. Io fuggirei
giù, ma la vedo piuttosto "in difficoltà". Il gestore ci accoglie con
un "dammi i tuoi occhiali, che sono esperto nello scongelarli". Una
polenta e un vino rosso, i pantaloni che diventano fradici man mano che il ghiaccio
si scioglie, la stufa che diventa la nostra migliore amica!
"Quando
usciremo moriremo per lo sbalzo termico" e invece no, si sta quasi
decentemente. Ben presto fuori dalla nuvole, e a differenza della salita si va
a cercare tutte le lingue di neve possibile per esser più veloci e salvare le
ginocchia!
Invidiando
le marmotte (ma anche no) risalendo un tratto perchè ho sbagliato sentiero,
eccoci all'auto, coperta da qualche cm di neve. In mutande per mettermi
qualcosa di asciutto, e via verso il traffico e la doccia calda. Anche oggi il
mio bel freddo l'ho preso: allenarsi per l'Antartide (scherzo).
Qui altre
foto.
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