Bisogna
esser un po' folli nella vita per poterla apprezzare a pieno. Lanciarsi in
qualche avventura, spingersi oltre per vedere cosa c'è di là. Esagerare.
Sognare.
L'idea
nasceva sulla base della previsione meteo dell'abbondante nevicata tra venerdì
e sabato, scemata invece in pochi cm. Ma la Luna Piena..la si prevede con anni
di anticipo senza sbagliare. Confermato il cielo sereno il vento quasi (quasi!
un cavolo!) assente, se non si fa la scialpinistica, si può almeno andare a
"passeggiare" sotto la luce del nostro satellite.
Nel dubbio
fino alla fine, ma ormai ho imparato che "se riesci a uscire dalla tenda,
allora hai già fatto il passo più difficile", alle 19 ormai passate mi
incammino dagli impianti di Febbio, sotto gli occhi straniti di due
scialpinisti: io con ciaspole e piccozze (che magari..).
Salgo per il
615, come qualche tempofa, senza ciaspole: fatico ma non affondo troppo, sudo e devo rallentare. La luna
nascosta dietro qualche velatura, sarà meglio che esci bimba mia! Una buona
traccia fino a uscire dal bosco, poi più nulla.. O meglio, continua sul
sentiero estivo, ma io volevo passare verso il Mangiadorna, un po' più
tranquillo dal punto di vista valanghivo.
Intanto lo
spettacolo è qui. La luna illumina tutto con potenza, l'Alpe di Valestrina, la
conca del Passone. La mia ombra, e il vento che sale man mano che salgo. Calzo
i ramponi prima che sia tardi, e via sulla dorsale che dal Mangiadorna prosegue
verso la schiena del gigante.
Il vento mi
schiaffeggia più che mia madre da piccolo quando la combinavo grossa: meno male
era quasi assente, qui devo ripararmi e ogni tanto voltare la faccia dall'altra
parte. Lo spettacolo è però tanto, rende tutto sopportabile. Giunto sul
crinale, Cipolla e Prado sfoggiano il loro splendore a separare la valle del
Dolo dalla valle dell'Ozola.
La Luna
Piena, le stelle. La neve, la cresta. La mia ombra, la frontale ormai spenta da
ore. #nowords.
Avevo
pensato di dare un po' di pepe alla salita, ma meglio rimandare che se no
arrivo a casa domattina. E con questo vento..ho voglia di scendere. Diretto
verso gli impianti, a calcare questa cresta così diversa da poche settimane fa, con una
luce spettacolare, con le stelle che luccicano, e la neve ghiacciata pure.
Val la pena
prendere un po' di freddo per qualche scatto, ma i migliori sono nella mia
testa (finche l'Alzheimer me lo concede). Arrivo agli impianti, timoroso di non
trovare una traccia chiara di discesa su questi pendii un po' ripidi per lo
slittamento di masse nevoso poco piacevoli.
Altri
scatti, e via giù. Sarebbe bello rimanere qui ad ammirare, pensare, sognare,
vagare con la mente. Ma non si può.
Presto trovo
la traccia del gatto delle nevi: porco cane che crosta, risale pendenze oltre i
45°! Scendo scendo, ma col naso sempre all'insù verso quella lanterna fredda ma
possente: la Luna. Foto su foto per non lasciare questi luoghi..
Incontro tre
scialpinisti che salgono, mi chiedono se su c'è neve: fa te che ce ne è!
Continuo la mia discesa fotografica, ammirando le stelle, così chiare in cielo.
Un cumulo di neve sparata mi fa assaporare pendenze più marcate da salire: come
un bimbo al parco giochi prima lo risalgo, poi penso "ma ci sarà un lato
meno ripido per scendere?!"
Una lepre
attraversa la pista all'improvviso, l'Orsa Maggiore mi segna la via. Arrivo
all'auto: ora c'è da tornare giù, guidare fino a casa, stanco e affamato (ma
due panini presi preventivamente mi sazieranno), dormire poche ore e andare a
lavoro (ma prima lavatrice, colazione, preparazione pranzo). Ma chi me lo fa
fare?! La Luna.
Qui altre
foto.
Qui report
condizioni neve.
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