Basta, oggi
lo faccio. Mi sveglio e vado a correre! Avevo pensato di farlo tutte le mattine
della vacanza, ma devo aver troppo sonno accumulato nei mesi scorsi che non mi
fa svegliare. Ma stamani, sì. Via di nuovo verso il Bric della Croce: di
mattina è tutto più faticoso, e lo sento bene. Di nuovo cima, e giù alla
fontana a bere.
Oggi però
non scendo subito verso il paese, penso bene di continuare a fare il solletico
a Monterotondo. E faccio bene. Salite e single track nel bosco, fino a
ritrovarmi affacciato sulla valle dell Aquila e sul Paretone del Bric di
Pianarella. Cavolo sarò mica fuori strada? No no va bene dove sono.
E ora giù,
provo pure a dare un'occhiata al castello, ma è tutto transennato.. Va beh,
rientro pure presto, di certo in tempo per scafarmi una colazione della madonna
all'ottimo B&B dove alloggiamo (Il Pozzo e il Melograno). Ora siam pronti per
arrampicare.
Il caldo ci
ha rotto le balle, i gradi ci han rotto le balle. Vogliamo ombra e roba
abbordabile, Rocce dell'Orera! Il Borgo di Verezzi non ha nulla a che vedere con Finalborgo, quest'ultimo
cento volte più bello. Ci avviamo seguendo l'avvicinamento descritto dalla guida, che ci catapulta
nei vecchi ricordi di quando da bambini si faceva la caccia al tesoro.
Eccoci alla
falesia, esploriamo la prima parte, poi scendiamo a provare un diedro di 5a,
per poi tornare su a fare Razza Bastarda: tre tiri di 4c che magari chiudiamo
anche in un tiro unico. Ma sì dai, non sarà difficile, e poi è all'ombra.
La via non è
difficile, anche se qualche passaggio non è banale. Ma è da urlo. Da orgasmo.
Quegli orgasmi legger menti interrotti da pizzicotti dolorosi ma che poi
riesplodono di piacere. Non so cosa sto dicendo, ma verticalità, esposizione,
roccia, sono fantastiche, di certo da ripetere appena posso. L1 scorre bene e
dritto, con una sosta comoda ma esposta che mostra la verticalità della salita.
Mi fermo che è meglio. Stefania gode anche lei, ma con qualche imprecazione in
più..
Riparto io,
l'esposizione è tutto. Traverso facile, un terrazzone per il piede, ma un
terrazzone con sotto il vuoto. Auuuuuuuuuuuuuuu! Rinvio lungo per poter uscire
dalla via, e infatti concateno con altri metri verticali, ben ammanigliati e
esposti. L'arrampicata che adoro. Sosta appena prima di uscire sul pianoro
boscoso.
Stefania me
ne tira "alla faccia della cosa tranquilla oggi!", ma il bello deve
ancora venire. Ci imbuchiamo nel bosco a cercare la strada di discesa, o meglio
a farci la strada per tornare sul sentiero di poche ore fa, che incredibilmente
troviamo prima di quello che credevo. Bon, andiamo a esplorare l'altro settore.
Partiamo con
Chiacchia? Ma si dai, vediamo come ci troviamo su questa, con 80m di intera riusciamo
a farla in un sorso unico. Un sorso? Un sorsone! Primo tiro tranquillo, poi
tutto si impenna. Si impenna? Strapiomba! Ma che gusto, con queste belle mani
che non ti impiccano ma non ti lasciano nemmeno fluire comodo. Spettacolo.
Troppo su,
faccio fatica a comunicare con la Ste, ma in ogni caso si cambia strategia. La
recupero qui in modo che possa godersi in sicurezza la sua passione (gli
strapiombi) e poi giù in moulinette che di vagare nel bosco di nuovo non ne ho
voglia.
Esposizione,
verticalità, grado abbordabile, davvero due chicche queste ultime due vie! E
ora spariamoci un paio di monotiri per fare giornata, litigare un pochetto, e
farci venire sete per fermarci alla bella terrazza dell'osteria alla Chiesa di
San Martino.
Resta pure
il tempo per farci un altro giretto al mare, stessa spiaggia pubblica comunale
di ieri e con le stesse modalità, con aggiunta di uno dei nostri sogni:
l'aperitivo in riva al mare. Beh, il osgno sarebbe poi un po' diverso: ci
accontentiamo di un luogo un po' troppo affollato, niente Mojto ma birra e una Caipirinha
che sa solo di alcool. Ok..andiamo a consolarci a cena!
Qui altre foto.
Qui la guida.
Nessun commento:
Posta un commento