Dopo i due Spigoli separati, dopo la
giornata di ieri (che mi
chiedo come mai non sono caduto a terra ne nel pomeriggio ne alla sera..), oggi
andiamo a cercarci qualcosa di tranquillo e da non tornare tardi. Eccome no..
Questa via l'avevo
già salita a ottobre 2015: ricordavo un avvicinamento e una prima parte di
discesa un po' da cercare, ma credevo che col tempo si fosse fatta una bella
traccia. E invece no, e poi ci mettiamo pure del nostro, perciò..avvicinamento
selvaggio coi camosci, ma almeno uscita più tranquilla.
Partiamo
male, al parcheggio degli impianti non c'è posto, tocca arrangiarsi con una
stradina laterale e un piccolo spiazzo (l'unico senza divieto di sosta). La
prima parte, quella che segue il sentiero è "facile" e spesso in
discesa, una pacchia. Prima della frana trovo questi due bei segni rossi su due
alberi vicini, come a indicare una porta: beh facile, si va di qua!
Si sale,
ripidi, debole traccia, altri segni, sempre verticali. Si sbuca sulla frana,
coi camosci che ci guardano come a dire "ma voi? Che fate qui?" eh
,manco noi lo sappiamo.. E tra massoni che si muovono e ghiaina che si muove,
si continua a traversare verso sud, nella speranza che il terreno migliori. La
frana termina, si rientra nel "bosco", e guarda chi c'è laggiù! Un
bollo rosso! Siamo usciti troppo presto dal sentiero, dovevamo continuare e
uscire coi bolli rossi, non coi quei segni verticali.
Chissà la
Ste quante me ne sta tirando. Ma quale chissà, le sento tutte, "no
filter". Che poi non è finita, i bolli salgono una sorta di canalone con
passi di I, ripido e scomodo. Scomodo, alpinistico. Avevo letto 1h40 di
avvicinamento ma mi ricordavo molto meno e non ci avevo dato peso. Invece no,
ci vuole quasi questo tempo. Ecco una sorta di spigolo, che sia qui che parte?
Metto il naso dall'altra parte e..no, l'avvicinamento sullo zoccolo continua!
Ma ecco una
serie di bolli su una placca appoggiata, ora si parte. E parto io. Arrampicata
tranquilla, serena, piacevole, solitaria. Soste che si fanno quando finisce la
corda o quasi, ampia libertà. Si segue lo spigolo, impossibile perdersi, anche
se dalla S1 non abbiamo le idee chiarissime e probabilmente qualche metro di deviazione
lo compiamo.
Cordoni in
loco si trovano già, ma fidarsi..son belli marci. E poi con l'abbondanza di
roccia lavorata è un gioco da ragazzi metter giù qualcosa. Tutto prosegue
liscio, come doveva andare in fondo. Avvicinandosi al traverso famoso inizio a
preoccuparmi di a chi dei due toccherà, che non vorrei capitasse alla mia
compagna di cordata che magari si emoziona.
Perfetto,
eccolo, tocca a me, come l'altra volta con Gianluca. Da lontano vedo uno spit,
piacevole vista per la roccia rotta sotto i piedi, una freccia inequivocabile e
poi i passi felpati, calmi, a tastare bene tutto. E lo spit, non lo vedo più.
Uno più lontano con cordone, ma intanto daje con calma a salire.. Che a dir la
verità, non mi sembra una tragedia questa roccia.
Un altro
tiro per la Ste, e poi c'è da fare un mini ravanamento nel bosco per giungere
agli ultimi due tiri di corda. Ecco due spit per la sosta, attrezzo e recupero.
Bon ragazza, vai te ora.
Beh, come
descrivere ciò che accade ora.. Diciamo che il liscio di prima lascia ampio spazio
a un ruvido imprevedibile, delle asperità che bloccano neuroni, neuroni che
bloccano il resto del corpo. Inceppamenti. Da superare. Che si superano. C'est
la vie.
Scelta
opportuna della sosta poco distante, altrimenti la corda tirerebbe troppo.
Posso ripartire io, a godermi quello che ricordavo un bel tiro finale, esposto
in quanto qualche metro sotto i piedi la placca che si risale lascia posto
all'aria. Questa è anche la placca che si vede da lontano, proprio sopra la
frana. Azz, ma ho finiti i rinvii e sono a metà tiro. E mi fa pure male il
ginocchio a spingerci così tanto. Proprio tutto liscio.
Il panorama
sul Lago di Garda è ampio. Nessuna cordata sulla via, soli soletti, noi e la
roccia, roccia non addomesticata e ancora ruvida. Il consumo dei polpastrelli
che domani si percepirà lavandosi le mani con l'acqua calda, è una di quelle
sensazioni che ti fanno dire "ma fanculo le vie unte!".
Una pausa
merenda una volta fuori dalle difficoltà arrampicatorie è doverosa. Intanto per
calmare fame e sete, e poi anche per placare vendette che pare si siano
paventate in zona.. Meglio che non pensare e non dire che ricordo un'uscita
dalla via per andare incontro al sentiero piuttosto tritanervi.
Sarà
migliorata la mia vista? Stavolta riesco a vedere e trovare tutti i bolli rossi
sbiaditi sugli alberi, troviamo il passaggio caratteristico nella roccia, e in
men che non si dica siamo sul sentiero. Ma che cavolo abbiamo combinato l'altra
volta?! Ora basta scendere per carraia e poi forestale, e sperare di riuscire a
fare tutti i giri che volevamo fare. Ce la faremo!
Qui altre
foto.
Qui relazione schematica.
Qui relazione con foto.
Qui report
(e integrazione alle relazioni).
fatto il 17-7-18 -avvicinamento incomprensibile -foto complessiva che inganna(frana a destra)-grado max 2° tranne gli ultimi50mt-sentiero uscita disastroso come segnalazione-poi capisco che nel 2015 il soccorso recupera due alle 10 di sera- panorama bello ma via da dimenticare
RispondiEliminaBeh dai, non così tragico!
EliminaLa frana e il fatto che non si tratta di sentieri ufficiali (e quindi curati) di certo non rende facile arrivare all attacco, ma poi si trovano tanti bolli segnaletici. Così come il sentiero di uscita, ovviamente non è curato e non lo cura nessuno, già grazia che ci sia qualche bollo.
è una via selvaggia, non certo addomesticata da sentieri battuti. Conosco tanta gente "abituata" a fare dell'alpinismo e itinerari un po di ricerca, che non si è trovata così male.