Non in punta
di piedi (magari in punta di ramponi!), ma quatto quatto oggi solletico la
schiena del gigante: il crestone che da Case di Civago sale al Monte Ravino,
prosegue verso l'Alpe di Vallestrina, scende al Passone, risale a La Piella e
continua sul Monte Cusna. Tutta cresta, anche a tornare indietro al Passo di
Lama Lite, visto che l'Appennino potrebbe essere nevosamente incazzato. E io
non voglio far arrabbiare nessuno.
Concerto a
Bologna, e al ritorno dritto verso Case di Ciavgo, di nuovo: stavolta ben più addormentato (qualche
pisolino durante il viaggio a smorzare i colpi di sonno) ma moralmente più
sereno (non fosse per una certa ansia da prestazione). Tra una balla e l'altra
non esco dall'auto prima delle 5:30.
Molta neve
si è sciolta, e la prima parte è molto più tranquilla grazie a ciò. Peccato che
la bastarda bianca (sì, oggi non è dama, è bastarda!) compaia nel tratto
sbagliato, quello dell'ostico attraversamento del ruscello, e prosegua nella
ripida e scoscesa risalita del pendio.. Vabbeh, ho voluto la bici, e mo pedalo,
e mo penso anche a Nico che sta portando a termine un'altra delle sue.
Albeggia, il
sole sorge dietro al Cimone, trovo ogni tanto della neve rigelata che è un
sollievo per i muscoli, non più costretti a risollevare un piede affondato di
più di una spanna. Uscito dal bosco constato che è primavera: i pendii non sono
più innevati, chiazze qua e la, ma il sole ha ucciso i pupazzi di neve.
Mannaggia, ora al vento fa fresco, io che mi sono equipaggiato in previsione
della calura di mezzogiorno.
Salgo verso
il Ravino, sognando le pareti nord, canalini ecc, che però oggi non sono in
condizioni e probabilmente sono pure belli pericolosi.. Pace, oggi gamba,
fiato, e panorama! L'ultima di questa stagione in Appennino con la neve, i
prossimi due weekend sono già blindati.
La vista ora
spazia su tutto il profilo del gigante: ne sto solleticando i piedi, in cima al
Ravino mi trovero sul suo calcagno, sul Vallestrina sulla sua anca, al Passone
sarà la volta dei fianchi, e poi sulla schiena e infine in testa, in cima, sul
Cusna. Mi fumo roba buona eh..
La vista spazia
anche sul crinale, ben più ricco di cornici rispetto alla volta scorsa. Sarebbe
spettacolare chiudere l'anello così oggi, ma la neve non è molto amica nel
farmi fare tutta questa fatica a tracciare. potrei mettere le ciaspole, invece
metto i ramponi, timoroso di qualche episodio della volta scorsa..
Scendo per
poi risalire, osservo le valanghe di fondo partite e quelle che sembrano pronte
a partire, con quelle bocche aperte stile crepaccio. Invece forse queste non
partiranno, la tensione accumulata si è scaricata con l'apertura di questi
crepacci, e ora forse è tutto disteso. Chissà. Comunque ci sto alla larga per
non rischiare.
La cresta è
ancora bella carica di neve, le piccole croci di queste cime sono ancora ben
coperta, chissà quella grande del Cusna com'è! Nessuno in giro nonostante l'ora,
e mi godo questi spazi in solitudine. Un po' di foschia sale dalle valli, ma
tra qualche ora sarà tutto iperlimpido. Dal Passone si risale.
E qui invece
il vento e il sole hanno lavorato spelacchiando la Piella. Non mi dispiace
troppo, così almeno la terra non mi fa affondare a differenza della neve, anche
se i ramponi che stridono sui sassi e il piede che non si modella alla
superficie, un po' dan fastidio. Appaiono le Apuane, sogni di ghiaccio salato.
Bianco e blu
la tornano a fare da padroni dopo La Piella. Due colori di assoluta serenità e
pace che quando si toccano così, si accarezzano, danno un senso di tempo che si
dilata, mente che si svuota, fame che avanza.
Il Rifugio
Emilia 2000 è bello colmo di neve, chissà se il tetto regge. La scala non
serve, uno scivolo nevoso scende dal muro nord con inclinazione piacevole e
porta sopra la staccionata. Uno sguardo intorno, un po' di fatica, e via che si va a tracciare la salita verso il
Cusna, tutto da tracciare oggi..
Buconi tra i
massi, alcuni nascosti alcuni no, meglio stare alla larga e sperare che ciò che
non si vede sotto non sia aria. Un po' di timore per la cresta est del Cusna ce
l'ho, tutta al sole, rocciosa marciosa, chissà se la neve che c'è tiene.
Tiene, anche
se salgo sprofondando, un murettino tecnico che in discesa eviterò di la, ed
ecco che la bolgia di scialpinisti ed escursionisti mi fa capire che la poesia
della solitudine, della simbiosi me-montagna, è finita. Vetta, madonnina
sepolta e croce semisepolta. Due foto e me ne torno sui passi per restare da
solo, per rivedere solo natura.
Discesa meno
banale della salita sulla cresta est del Cusna, e si affonda come pochi. Meno
male la risalita è all'ombra e un po' tiene. Proseguo svelto, perchè la
prossima pausa cibo la voglio lunga, assolata, protetta dal vento. Incontro Luca e Federico, sci
ai piedi a godersi questa neve: lo ro se la godono, io ben meno coi miei
materiali.
Mi tolgo la
bandana una mezzora dalla fronte, per abbronzarmi bene e non a strisce: basterà
questo tempo per ustionarmi! Gente che sale dal Passone alle 11e30: mah. Gente
che poi prosegue verso il Bargetana, passando sotto la nord ovest del Cipolla,
e che poi magari andrà in cima al Prado, e dovrà tornare indietro per gli
stessi pendii. Io non lo avrei fatto.
E dalla
Passonegrat osservo un tizio che a mezzogiorno sale la cresta nord del Cipolla.
A parte le condizioni che credo pessime, ma poi per dove scenderà? Per dei
pendii potenzialmente pericolosi. In realtà proseguirà per la cresta nord del
Prado, aumentando i pendii e l'orario di discesa. Non so, non voglio esser
bacchettone, ma a volta credo si possa anche dire "va che bella giornata,
ma meglio stare a casa che è troppo rischioso". E io che sono qui? Io ho
scelto un itinerario di sola cresta, lungo ma di sola cresta..
Supero il
Passo di Lama Lite di pochi metri, un cespuglio che affiora fuori dalla neve mi
permette di sedermi (su foglie che assomigliano a spine) e mangiare con davanti
la vista del CipollaGlatsher, o Onionglacier, o serraccata del Cipolla. La neve
che scivola di fondo, si piega, modella, crea crepacci, dossi, massi, è uno
spettacolo.
Al sole si
sta bene, anche a petto nudo, i pesci negli scarponi per via della neve bagnata
entrata in ogni dove. Bisogna ripartire. Discesa ipernoiosa, faticosa ancora
per i piedi che vanno giù di mezzo metro, a volte pure di più. Sonno. Un bel
po' di sonno che non recupererò. ma ne è valsa la pena.
Qui altre
foto.
Qui report.
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